A tutti i nostri allievi/e,
alle loro famiglie
ai docenti e formatori
Torino, 3 aprile 2022
«Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20). È bellissimo questo versetto preso dal libro dell’Apocalisse, l’ultimo libro della Bibbia (ricordo che raccoglie 73 libri, 46 nell’Antico Testamento e 27 nel Nuovo Testamento). Chi parla è Dio. Per Lui le porte non sono un ostacolo, ci passa attraverso, entra da dove vuole. Ma di fronte alla porta del nostro cuore, al cospetto della nostra libertà, bussa e attende.
Non so quanto si usi ancora bussare alla porta di qualcuno. Si usa il campanello. Forse neanche: ci si annuncia con un messaggio e la persona accoglie sulla porta. Dio bussa e attende. È un gesto di profondo rispetto. È un’attesa che responsabilizza. Chi è dentro può decidere di non aprire, può fingere che non ci sia nessuno. In casa può succedere che sia vuota. Ma nel caso della porta del nostro cuore? Può avvenire la stessa cosa. Presi da mille pensieri e preoccupazioni, forse distratti o concentrati su altro, si può essere altrove e neanche accorgersi che qualcuno bussa.
Il pericolo di non esserci, di essere fuori da sé, di aver ridotto ad un respiro asmatico e rantolante la propria interiorità (nella creazione il soffio di Dio ha animato la terra impastata con acqua), è tutt’altro che raro. Ne sono un esempio alcune malattie da internet: vamping (stare tutta la notte in chat) e phubbing, cioè la tendenza a ignorare gli altri perché immersi nel proprio cellulare. Ma ci sono anche le “alienazioni” (essere lontani da se stessi) da lavoro, da divertimento, da dipendenze (alcool, droghe, pornografia…).
Alcuni artisti hanno reso il versetto dell’Apocalisse disegnando una porta senza maniglia. La porta si apre solo dall’interno: è una scelta, una decisione. Non sarà certo Dio a forzare quella porta che Lui stesso ha creato. Lui rispetta e aspetta. Solo se quella porta è aperta volentieri e di cuore sarà possibile “cenare insieme”, cioè vivere l’esperienza di un incontro piacevole, intimo e arricchente.
Ogni giorno il Signore bussa e attende che apriamo. Ci sono occasioni speciali, appuntamenti e incontri da non perdere: i ritiri spirituali di marzo per le superiori e quello vissuto dai genitori, domenica 3 aprile; gli esercizi spirituali per alcuni allievi del Cnos-FAP, il 5-6 aprile, e quelli per alcuni studenti di prima e seconda media, il 7-8 aprile; il ritiro spirituale della Famiglia Salesiana dell’Agnelli sabato 9 aprile e quello per i nostri docenti e formatori, mercoledì 13 aprile. Anche la possibilità del Sacramento della Confessione è un invito ad aprire la porta del proprio cuore e a ritrovarsi nell’abbraccio del perdono con Dio e con il prossimo.
Si sta avvicinando la Pasqua. Il Signore busserà con più frequenza. Aprigli il tuo cuore.
Don Claudio Belfiore
Direttore