A tutti i nostri allievi/e,
alle loro famiglie
ai docenti e formatori
Torino, 30 maggio 2022
Nella lettera di questo lunedì riprendo una parola tipicamente salesiana, molto cara a don Bosco e a Papa Francesco, che vi ricordo è ex-allievo salesiano: la parola GRAZIE. L’ho anticipata nella lettera precedente, l’ho commentata durante le Messe di ringraziamento di CFP, Medie e Superiori, e ritengo fondamentale riprenderla e rilanciarla. A sostegno di questo modo di essere riporto il commento di Papa Francesco all’udienza del 13 maggio 2015 in Piazza San Pietro.
«Certe volte viene da pensare che stiamo diventando una civiltà delle cattive maniere e delle cattive parole, come se fossero un segno di emancipazione. Le sentiamo dire tante volte anche pubblicamente. La gentilezza e la capacità di ringraziare vengono viste come un segno di debolezza, a volte suscitano addirittura diffidenza. Questa tendenza va contrastata nel grembo stesso della famiglia. Dobbiamo diventare intransigenti sull’educazione alla gratitudine, alla riconoscenza: la dignità della persona e la giustizia sociale passano entrambe da qui. Se la vita famigliare trascura questo stile, anche la vita sociale lo perderà. La gratitudine, poi, per un credente, è nel cuore stesso della fede: un cristiano che non sa ringraziare è uno che ha dimenticato la lingua di Dio. Sentite bene: un cristiano che non sa ringraziare è uno che ha dimenticato la lingua di Dio. Ricordiamo la domanda di Gesù, quando guarì dieci lebbrosi e solo uno di loro tornò a ringraziare (Lc 17,18: “Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”). Una volta ho sentito dire da una persona anziana, molto saggia, molto buona, semplice, ma con quella saggezza della pietà, della vita: “La gratitudine è una pianta che cresce soltanto nella terra delle anime nobili”. Quella nobiltà dell’anima, quella grazia di Dio nell’anima ci spinge a dire grazie, alla gratitudine. È il fiore di un’anima nobile. È una bella cosa questa!».
Non aggiungo altri commenti, perché la cosa più importante è iniziare a dire grazie, a partire da subito: ringraziare i genitori, i figli, gli amici, i docenti e formatori, gli allievi/e, i compagni di classe, i colleghi, i salesiani, i nonni e i parenti, l’allenatore, la catechista, il parroco, gli animatori, gli istruttori… Ognuno ha la propria lista di persone da ringraziare. Un pensiero speciale è dedicato a Dio, soprattutto nella preghiera della sera: prendi l’impegno di dire alla fine di ogni giorno tre motivi di ringraziamento per i doni ricevuti proprio quel giorno.
La gratitudine è una sorta di ecologia integrale: rende più bella la nostra vita, ma anche quella degli altri. E riduce nell’aria sociale l’inquinamento della superficialità e dell’aggressività.
Grazie per la persona che sei e per il bene che farai!
Don Claudio Belfiore
Direttore