Torino, 3 aprile 2023

Buongiorno carissime e carissimi giovani.

C’è aria di vacanza! C’è aria di prima primavera e di rinascita! C’è aria di vita nuova! Che bello! Non è una coincidenza che la Pasqua cada in questo periodo. Dopo l’inverno, quando la Natura rallenta e riduce la sua vitalità, tutto riparte. Fioriscono gli alberi e i fiori. Si allungano le giornate e le ore di luce prevalgono sulle ore di buio. Il sole splende ancor più luminoso e con i suoi raggi dà colore e calore ai nostri volti.

Penso a tutto questo e spontaneo il pensiero va alla settimana santa. Questi sono i giorni che vanno dalla Domenica delle Palme, che raccontano l’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme, alla Domenica di Pasqua, in cui celebriamo la sua resurrezione, dopo aver ascoltato il racconto della sua passione e morte.

Punto di arrivo della settimana santa e traguardo della Quaresima è la resurrezione di Gesù. Prima però ci sono i giorni tristi e dolorosi del tradimento di Giuda, del rinnegamento di Pietro, del rifiuto e della condanna a morte, della violenza e del sarcasmo. Sono giorni bui, che non vengono cancellati dalla Pasqua. Sono i giorni cupi e insensati che viviamo ancora oggi: guerre, perché non c’è solo quella in Ucraina; indifferenza ed esclusione di chi ha bisogno; sfruttamento di bambini e di donne; egoismo e avarizia…

Sono tante le situazioni di passione e morte oggi nel mondo. La settimana santa non le cancella automaticamente, non dice che non ci saranno più, non è il colpo di bacchetta magica che risolve tutti i problemi del mondo. Tuttavia dice che queste situazioni non hanno l’ultima parola. Checché ne dica qualcuno, il bene è più forte del male, la vita prevale sulla morte. Potrà non sembrare così, potrà apparire che oggi ci sia più male di una volta. Questa è la visione di chi si ferma al venerdì santo, il sentire di chi non è andato oltre la morte di Gesù e la sua deposizione nella tomba. Poi è successo l’inaspettato, ciò che era inimmaginabile: la pietra che chiudeva il sepolcro messa di lato e la tomba vuota. Qualcuno diceva che il corpo di Gesù era stato rubato, e invece molti l’hanno visto: è apparso alle donne, agli apostoli, a più di 500 persone insieme, all’apostolo Paolo. A loro ha detto: «Pace a voi. Andate e portate la buona notizia: sono vivo».

Come il seme sotto terra, che non si vede, non si sente, e a un certo punto germoglia e fiorisce, così Gesù è risorto, ha sconfitto la morte per dire a ognuno di noi di non rassegnarsi al male, di non darsi per vinto di fronte alle difficoltà e agli imprevisti, di non dubitare della forza della vita anche se ci sono momenti in cui è la morte a fare la voce grossa, di avere il coraggio di rialzarsi dai propri peccati e dai propri difetti, di non cedere al pessimismo e alla rassegnazione.

La cosa più bella che ci può succedere è di rinascere. La primavera e la Pasqua di Gesù ci insegnano che è possibile. È la legge della vita inscritta nella natura e nel nostro DNA.

Don Claudio Belfiore

Direttore