A tutti i nostri allievi/e,
alle loro famiglie
ai docenti e formatori
Torino, 25 aprile 2023
Buongiorno carissime e carissimi giovani!
Bentornati all’Agnelli! Riprendere dopo alcuni giorni di pausa è sempre un po’ faticoso per tutti. C’è la voglia di prolungare la vacanza. E poi si insinua un certo senso di pigrizia e svogliatezza. Qualcuno si spinge fino all’interrogativo capitale: ma perché ricominciare?!?
Alzarsi la mattina presto… andare a scuola… fare sacrifici: perché?!? Abbiamo festeggiato il giorno della liberazione, ma una volta liberi è d’obbligo la domanda: per cosa siamo stati liberati? Qual è il fine, lo scopo di questa liberazione? Vivere! Sì, ma per cosa, per chi?
Un certo Seneca, filosofo e scrittore imperiale del primo secolo, ha scritto: «Nessun vento è favorevole per chi non sa a quale porto dirigersi». Non è questione di vento, di energia che spinge. A volte può sembrare che il problema sia la forza: non ce la faccio, sono stanco, è troppo impegnativo per me… Invece Seneca sembra dire che più del vento è importante la direzione: dove devo andare? Il traguardo che mi prefiggo (o che mi viene affidato) è la ragione, il perché degli sforzi, dei sacrifici, dell’impegno.
Se io non so dove andare, se non ho uno scopo nella vita, non troverò mai le energie e la spinta per mettermi in movimento. Più facilmente me ne starò a fare “scrolling” sul cellulare, curiosando nella vita degli altri e “rosicando” di invidia per quello che gli altri sembra che siano e io non sono. Perché studi? Perché lavori? Perché ti impegni? Perché fai sacrifici? Le risposte possono essere tante. Alcune sono molto deboli, altre più robuste e durature nel tempo. Una sola varca i cieli, supera il tempo e lo spazio, ed entra nell’eternità: vocazione.
È una parola speciale, una parola a suo modo magica e trasformante, che fa parte della cultura e della visione cristiana. Deriva dal latino vocare, che significa chiamare. Ciascuno di noi è chiamato alla vita, l’abbiamo ricevuta in dono. Dio ci ha creati e ci indica la direzione, ci chiama e ci affida una missione. Non siamo nati per caso e nel caos, abbiamo un posto e un perché in questo mondo, ma anche nell’eternità.
Vivere la vita come vocazione ci insegna ad accogliere la vita come dono: non sono padrone della vita, l’ho ricevuta e dovrò dare conto di come l’ho vissuta e di cosa ne ho fatto. La vita è un tesoro prezioso, un bene inestimabile. Perché e per chi stai vivendo? Alla parola vocazione dobbiamo dare la profondità che gli spetta: non ci diamo noi la vocazione (non ci auto chiamiamo), non si identifica con un hobby o una passione, non è cosa da preti e suore.
Ti sei mai chiesto qual è la tua vocazione? Cioè a cosa ti chiama il Signore? Qual è il compito che Dio ti affida? Tutti abbiamo una vocazione, perché tutti siamo amati e chiamati alla vita. Quando ci dimentichiamo che la vita è vocazione, cioè chiamata all’esistenza e affidamento di un compito con e per gli altri, tagliamo le radici al nostro albero e rimanere senza frutti.
Scoprire e seguire la propria vocazione è avere un porto dove dirigersi con il vento a favore.
Don Claudio Belfiore
Direttore