Torino, 13 febbraio 2023

Buongiorno e buon inizio di settimana.

Per la lettera di oggi mi ispiro a un racconto scritto da Anthony De Mello, gesuita, scrittore e psicoterapeuta indiano.

“Un uomo trovò un uovo d’aquila e lo mise nel nido di una chioccia. L’uovo si schiuse contemporaneamente a quelle della covata, e l’aquilotto crebbe insieme ai pulcini. Per tutta la vita l’aquila fece quel che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro.

Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimetro. Trascorsero gli anni, e l’aquila divenne molto vecchia. Un giorno vide sopra di sé, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d’aria, muovendo appena le robuste ali dorate.

La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita: “Chi è quello?”, chiese. “È l’aquila, il re degli uccelli” rispose il suo vicino. “Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perché siamo polli.”

E così l’aquila visse e morì come un pollo, perché pensava di essere tale.”

Da questo racconto, che racconta dell’aquila che non visse da aquila, traggo tre conclusioni. Ce ne possono essere altre, ma le lascio al vostro dialogo e confronto.

  1. Alza lo sguardo, se non vuoi vivere da pollo. Guarda la postura di chi sta sul cellulare: è sempre rivolto verso il basso, ripiegato su se stesso, faccia all’ingiù come un pollo. Alza lo sguardo per contemplare il sole, le stelle, la bellezza della natura, per allargare gli orizzonti della tua vita. Alza lo sguardo verso il Cielo per pregare. Riempi gli occhi di cose belle.
  2. Tirati fuori dal gruppo, sii te stesso. Abbiamo bisogno degli altri per crescere, da bambini e da adulti. Ma a un certo punto bisogna uscire dal gruppo ed essere se stessi. Stare con gli altri ci fa bene, dipendere dagli altri è un rischio pericoloso. Alcuni esempi di dipendenza?: “Se non faccio come loro mi accetteranno?”, “Cosa penseranno di me?”, “Non voglio rimanere solo…”.
  3. Abbi il coraggio di volare. Ciascuno di noi ha la propria missione. Non siamo fotocopie di nessuno. Possiamo essere tifosi e appassionati di qualche personaggio, ma dobbiamo diventare noi stessi, non loro. Ci sono molti giovani, ma anche adulti, che vogliono distinguersi e poi sono uguali a tanti altri: stesse mode, stesse abitudini, stesso linguaggio… Ciascuno di noi è chiamato a fare il proprio volo, uscendo dal pollaio e tracciando le proprie traiettorie: potranno sembrare nulla di eccezionale, ma sono le proprie, non delle imitazioni.

Ringrazio il Signore perché ci fa incontrare persone belle e riuscite, che risvegliano in noi la consapevolezza del dono che siamo e delle potenzialità che ci sono state donate.

Don Claudio Belfiore

Direttore