La didattica a distanza (DAD) è arrivata come diretta conseguenza della pandemia e ha profondamente cambiato le abitudini dei docenti, degli allievi e delle famiglie, che da un giorno all’altro si sono ritrovati a casa. Ciascun insegnante si è rimboccato le maniche e ha modificato il suo modo di fare scuola, a volte anche triplicando le ore di lavoro. Allo stesso modo, ciascun alunno si è dovuto adattare e riorganizzare, rimodulando la propria quotidianità. Ma i ragazzi, lo sappiamo, sono tutti diversi, ognuno con le proprie esigenze: proprio per tutelare e coinvolgere tutti, anche i più deboli, il dipartimento di Didattica inclusiva ha affiancato gli altri dipartimenti, allo scopo di aiutarli nella programmazione e nella gestione di questo periodo.
Le principali criticità per un ragazzo con Bisogni Educativi Speciali (BES) si possono riassumere con la difficoltà di mantenere la concentrazione per molto tempo e la facile affaticabilità che “lo mette velocemente fuori gioco”. Tutto questo viene amplificato dalla DAD, che porta con sé anche le difficoltà legate alla connessione internet e dagli effetti negativi del lavoro prolungato davanti allo schermo.
Dunque, il dipartimento della Didattica inclusiva ha proposto a tutti i docenti di limitare il numero delle lezioni in presenza su Meet, durante le quali vengono spiegati argomenti nuovi, proprio perché i ragazzi BES/DSA/HC hanno notevoli difficoltà a seguire, comprendere e memorizzare quanto detto per i motivi spiegati sopra. Risulta invece molto più utile ed efficace la strategia che diversi insegnanti stanno già attuando, ovvero mettere a disposizione anche le video lezioni registrate: benché si trovino a svolgere un doppio lavoro, tutti i professori sono consapevoli del fatto che sia un passaggio fondamentale per non lasciare indietro nessun allievo.
Ecco alcune delle proposte che il dipartimento della Didattica inclusiva ha messo già messo in pratica o ha in programma di attuare al rientro a scuola a settembre:
- creazione di una “Biblioteca Virtuale” in cui mettere a disposizione documenti di facile accesso e fruizione che integrino il materiale fornito dai docenti;
- nelle classi in cui è già presente l’insegnante di sostegno, partecipazione a quasi tutte le lezioni su Meet, allo scopo di aiutare i colleghi in attenzioni molto pratiche, come controllare le chat o rispondere ai ragazzi quando hanno problemi di collegamento, evitando di interrompere tante volte la lezione. Ad esempio, durante le Meet di Lingue, quando si correggono gli esercizi, l’insegnante di sostegno si occupa di scrivere la correzione in chat, in modo che tutti possano comprendere anche la giusta forma scritta;
- sempre nelle classi in cui è presente l’Insegnante di sostegno, disponibilità per un’ora a settimana di Meet esclusivamente con i ragazzi con BES/DSA/HC, per organizzare il lavoro e condividere difficoltà e possibili soluzioni;
- disponibilità per trovare, insieme al Consiglio di Classe, la modalità migliore per rendere più efficace la partecipazione degli alunni BES durante le lezioni in presenza su Meet.
Nel caso degli alunni HC, invece, è necessaria la continua mediazione da parte dell’insegnante di sostegno, in stretta collaborazione del Consiglio di Classe. Si riportano alcune delle attività svolte:
- iniziale accompagnamento e lavoro di affiancamento per rassicurare e guidare i ragazzi alla scoperta delle lezioni su Meet, al fine di contrastare il grande disorientamento rispetto alle nuove modalità didattiche;
- utilizzo della piattaforma “WeSchool” per riorganizzare il materiale creato dai vari docenti e di caricare schemi, mappe, PowerPoint, schede, semplificazioni e adattamenti realizzati appositamente dall’insegnante di sostegno a seconda delle potenzialità e delle necessità dell’allievo, sempre in continuo contatto e confronto con il docente curricolare, sia per la programmazione sia per le verifiche. Questo strumento di raccolta si è rivelato molto utile anche per i genitori, che svolgono un ruolo tanto fondamentale quanto impegnativo;
- quando possibile, proposta di una modalità di didattica quanto più esperienziale e concreta possibile in modo che l’allievo possa “vedere e toccare” i concetti che deve apprendere;
- creazione di un drive condiviso con la famiglia, sul quale quest’ultima può caricare i compiti svolti, che saranno inoltrati al docente di materia direttamente dall’insegnante di sostegno;
- costante contatto via mail con la famiglia per qualsiasi confronto e per dare rimandi giornalieri all’allievo in questione su come sta lavorando e sugli elaborati che produce.
Da parte di tutta la Scuola, un sentito grazie a tutto il dipartimento della Didattica Inclusiva per il lavoro fondamentale che sta svolgendo e per la grande disponibilità dimostrata: siete un supporto importantissimo in questo momento particolare.